CANCRO
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Oltre ad essere la meno
brillante delle costellazioni zodiacali, il Cancro è al secondo
posto, dietro l’australe Mensa, fra quelle con minore densità stellare:
nei suoi pur ragguardevoli 506° quadrati raggruppa solamente sei stelle
più luminose della quinta magnitudine. Nonostante l’evanescenza
questa area celeste è famosa perché nell’antichità
determinava il Solstizio d’Estate: il Sole raggiungeva la sua massima elevazione
annuale sull’eclittica. Oggi, a causa della precessione degli equinozi,
questo primato è passato ai Gemelli; però si chiama sempre
Tropico del Cancro il parallelo terrestre dove si proietta il Sole allo
zenit, esattamente alla latitudine 23°27’.
La fantasia dei popoli
antichi attribuì a queste deboli stelle varie figure: per gli egizi
rappresentavano uno scarabeo, per gli indiani una colomba. Risale agli
ellenici il mito del Granchio: Giunone, dea nemica di Ercole, mandò
questo animale contro l’eroe greco mentre combatteva contro l’Idra; il
Granchio riuscì solamente a pizzicarlo, prima di finire schiacciato
sotto i suoi piedi. Giunone, per questo tentativo lo ricompensò
trovandogli un posto in cielo.
L’elemento di questa regione
celeste che più colpì la fantasia popolare fu M44, l’ammasso
stellare aperto più noto, insieme alle Pleiadi, della volta celeste.
Plinio il Vecchio introdusse il nome di Praesepe ed ordinò le odierne
gemma e delta Cnc, distinguendole in Asinello Boreale ed Asinello Australe;
la prima di mv. 4.67 è una stella bianco distante 230 a.l., la seconda
di mv. 3.94 splende da noi a circa 220 a.l. Queste due stelle insieme alle
più deboli eta e teta Cnc costituiscono il corpo del Granchio. Dal
quadrilatero formato da queste quattro stelle partono le linee che formano
le zampe; le estremità si identificano in chi, mu, zeta e beta Cnc.
Beta Cnc, Al Tarf ( dall’arabo,
fine della zampa), è l’astro più luminoso della costellazione;
si tratta di una gigante arancione di mv. 3.52 lontana 170 a.l. Poco a
nord vi è zeta Cnc (Tegmen), famosa stella multipla, fra le più
belle di quelle alla portata dei telescopi amatoriali; si ritiene che il
sistema consti di quattro stelle gialle come il Sole: intorno alla primaria
di quinta grandezza ruota in 60 anni a solo 0,7 “ d’arco una stella di
sesta magnitudine; la terza stella, anch’essa di sesta grandezza a 5,7”
d’arco ruota attorno in 1150 anni; la quarta componente, di decima magnitudine
si trova a 5’ d’arco. Da recenti studi si ipotizza, dalla perturbazione
del moto orbitale, che la terza componente abbia una compagna nana che
le ruoterebbe in 17.6 anni, ma essendo a soli 0,2” d’arco la sua esistenza
è controversa.
Iota Cnc individua la chela
settentrionale ed è una gigante gialla di mv.4 posta a 420 a.l.
da noi; ha una compagna azzurra di sesta grandezza a circa 30” d’arco.
La chela meridionale è identificata da alfa Cnc detta Al Zubanah
(la Chela), oppure Acubens; nonostante il nome scientifico essa è
solamente al terzo posto come luminosità, essendo pari a 4.25 magnitudini.
E’ di colore bianco ed è distante un centinaio di a.l.; l’accompagna
una stellina di undicesima grandezza posta a 11” d’arco, che in molti anni
non ha mostrato variazioni di separazioni. Altre stelle doppie importanti
sono Struve 1177 ( due astri di sesta e settima grandezza distanti tra
loro 3,4” d’arco) e 11 Cnc (due astri di magnitudine 7 e 10 un po’ più
stretti della precedente).
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Il Presepe
L’oggetto più famoso
della costellazione è M44; questo largo e stupendo ammasso è
uno tra i più vicini al Sole, distante solo 520 a.l.. il numero
di stelle sfiora le 500 unità, ma sono 200 quelle che risultano
associate fisicamente. Dal moto delle stelle più brillanti si desume
che l’ammasso si sposta a 30 km/s verso Procione, coprendo 1° in 100
mila anni. Il moto proprio è parallelo a quello delle Iadi, nel
Toro, tanto da far supporre una origine comune, ad accreditare questa tesi
è il fatto che i due ammassi hanno la stessa età: 650 milioni
di anni. Epsilon Cnc di mv. 6,3 è la più brillante dell’ammasso;
Galileo fu il primo a capire che quella nebulosità visibile ad occhio
nudo intorno a questa stella era composta da centinaia di astri. Il binocolo
è lo strumento più adatto per osservare il Presepe, essendo
il telescopio impossibilitato a mostrarlo nella sua interezza: 90’ d’arco
(tre volte il diametro lunare) è l’estensione completa! Realmente
l’ampiezza ammonta a 40 a.l., ma la regione a maggior densità stellare
è solo di 13 a.l. Il telescopio, comunque, resta utile allo studio
di numerose multiple e variabili (TX Cnc) presenti nell’ammasso.
M 67
Due gradi ad ovest di Acubens
è localizzato M 67, uno degli ammassi aperti più vecchi conosciuti
(10 mld. di anni!): tale condizione si desume dalla osservazione del diagramma
HR. La grande distanza pari a 1500 a.l. dal piano della Via Lattea, sembra
essere la causa della perdurante compattezza di tale ammasso; dopo una
così lunga esistenza, in genere, la forza d’interazione gravitazionale
di una galassia tende a sfasciarlo. Essendo composto da 200 astri raggruppati
in un diametro di 12 a.l., M 67 è uno degli ammassi aperti più
compatti della categoria. Distante 2500 a.l., al binocolo, l’ammasso non
riesce a mostrare tutto il suo splendore, però anche un telescopio
da 100 mm. d’apertura fa contare una cinquantina di stelle.
NGC 2775
Vicino ai confini con l’Idra
è situata la galassia più luminosa della costellazione: Ngc
2775. Si tratta di una galassia a spirale di mv. 10,3 e dimensioni di 4,5
X 3,5 primi d’arco; anche con telescopi da 150 mm. d’apertura si rilevano
i principali dettagli: un core immerso in un alone allungato che sfuma
verso i bordi.
Sistema multiplo di galassie
Quattro gradi ad ovest
di delta Cnc, si può osservare un sistema multiplo di galassie composto
da Ngc 2513, di mv 11,6, Ngc 2510-11, rispettivamente di mv. 13,4 e 14,1.
La prima galassia, essendo molto piccola, è molto contrastata con
lo sfondo, ed è quindi visibile con telescopi di 150-200 mm. d’apertura;
le altre due sono visibili con strumenti di almeno 25 cm.
Nel Cancro vi sono altre
due galassie simili a Ngc 2513: Ngc 2672 e Ngc 2749, poste ad est di M
44, appaiono come deboli nuvolette rotonde di 12a grandezza; la stranezza
è che ambedue fanno parte di un sistema multiplo di galassie con
evidenti interazioni e scambi di materia. Le altre componenti sono galassie
di 15a grandezza percepibili solo con strumenti da 300 mm. d’apertura.
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Abell 31
L’ultimo oggetto interessante
da osservare è posto 3° a sud di M 67: la nebulosa planetaria
Abell 31 di mv. 12,2. La visione risulta possibile solo con strumenti da
250/300 mm. d’apertura abbinati a filtri interferenziali, essendo caratterizzata
da una luminosità superficiale estremamente bassa: le sue dimensioni
la pongono ai primi posti fra le planetarie in ordien di grandezza, essendo
larga quanto la Luna al Primo Quarto. E’ un classico oggetto deep-sky per
gli appassionati della fotografia astronomica.
Emilio Lo Savio
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