Eccoci
puntuali a raccontarvi delle Tauridi e delle Cassiopeidi...
"Oh-oh!"
- direte voi - "Devo aver sbagliato pagina!". Invece e' questa la pagina
giusta!
Perche' la sera del 17 novembre 1998 le Leonidi si sono fatte proprio desiderare.
Abbiamo trascorso mezza nottata a contare meteore appartenenti ad altri
sciami.
Ogni tanto qualche meteora proveniente da est, da dove solo in tarda nottata
sarebbe
sorto
il Leone, faceva ben sperare per le ore successive. Ma la delusione e'
stata grande,
perche'anzicche'
le 2000 meteore al minuto, di meteore ne abbiamo viste tante, ma
"solo"
una al minuto e a fine nottata.
Ma andiamo per ordine e cerchiamo e di essere anche piu' scientifici,
perche'
qualche dato preliminare ce l'abbiamo gia'. E anche una bella foto
pubblicata
a colori sul quotidiano La Sicilia! E' quella di Emilio Lo Savio
e
di Concetto Sciuto: io e Gianfranco Strano abbiamo fallito alla grande
ma speriamo
ancora
nelle foto di Roberto Lo Savio.
Eravamo in sette quelli che, rimandati tutti i problemi e gli impegni al
giorno
dopo, siamo partiti dal Gruppo dopo pranzo con le macchine stracariche
-
ma lasciamo perdere, e' storia vecchia - alla volta di Piano Provenzana
a
circa
1800 m sul versante nord dell'Etna. Come al solito le macchine erano
insufficienti
e cio' ha richiesto il sacrificio della mamma di Roberto,
ormai
avvezza a simili episodi.
Giunti
nel posto pattuito abbiamo avuto un assaggio di quello che e' il
clima
antartico in inverno, perche' un freddo inimmaginabile, alleato con un
vento
impetuoso,impediva di mettere il naso fuori dall'auto e, cio' che e' peggio,
non
dava alcuna speranza ai nostri propositi osservativi e fotografici.
Possibilita' vagliate: aspettare gli altri amici che sarebbero partiti
da
Catania qualche ora dopo, e quindi rischiare di dover rimandare il tutto
al 2031,
o
tentare la sorte alla Caserma Pitarrone, notoriamente esente dal vento
di Piano
Provenzana,
cercando di avvertire chi potevamo con il cellulare. Ed eccoci venti minuti
dopo
a goderci il cielo limpido e l'aria immobile della Pitarrone a circa 1500
m s.l.m.
Non
abbiamo perso tempo: la montatura Mizar ha cominciato a trascinare i grandangolari
di
due di noi, le sdraio e brandine sono sbocciate verso il radiante dello
sciame e tutti
abbiamo
iniziato, ligi al dovere, i conteggi. Ma, ahime', registratori e telecamere
non
erano
necessari: bastava un taccuino e un orologio da polso, perche' ci trovavamo
a
monitorare
solo una manciata di Tauridi Nord e Cassiopeidi "fuori stagione" (si',
perche'
questo
sciame, secondo vecchie previsioni, si doveva esaurire intorno al 13 novembre).
Al sopraggiungere del secondo scaglione di astrofili, alcuni di noi manifestavano
segni
di cedimento: troppo freddo, e il termometro scendeva a vista d'occhio:
-0.3, -1.2,
-3.6
per arrivare a -6.6 a fine nottata! Con l'aggravante dell'umidita' proveniente
dal
terreno
erboso a una decina di centimetri sotto di noi. Ma ecco un bolide verde
azzurro
"sorgere"
ad est e "tramontare" ad ovest, a riscaldarci, a darci speranza!
Poi
il numero di Leonidi aumenta, generalmente piu' luminose delle altre meteore
"sporadiche"
e di un caratteristico colore verdastro. Il quarto monitoraggio,
anch'esso
di un'ora come i precedenti (la durata minima utile secondo la
Sezione
Meteore dell'UAI), lo facciamo in piedi rivolti verso est dalla
terrazza
della Pitarrone.
Si fanno le tre e il tasso e' ormai ben alto, diciamo quello delle Perseidi
ad
un
massimo favorevole. Le macchine fotografiche lavorano anche sui treppiedi
e
attiviamo la telecamera che registra urla e descrizioni (a volte da censurare)
ad ogni
apparizione,
scandite dal proprio orologio interno precedentemente sincronizzato col
segnale
RAI. Di Leonidi a quel punto ne abbiamo contate una al minuto. Infine,
alle 4
del
mattino, stremati dal freddo, ridotti a veri e propri zombie, decidiamo
all'unanimita'(se
qualcuno avesse proposto il contrario, sarebbe stato abbandonato li')
il
rientro immediato in siti piu' caldi.
Ora eccoci qua con un magro bottino ma con i risultati scientificamente
interessanti
che trovate riassunti nel seguito, in forma preliminare.
La "tempesta"? Sara' per un'altra volta...
Giuseppe Marino.
|
|
|
|
Nelle pagine dei 4 monitoring
sostituire lo sciame Cassiopeidi con Andromedidi. La formula alla fine
delle pagine va letta nmeteore*Cm*F alla -1
(nmeteore sostituisce il 3). Ci scusiamo per
gli inconvenienti.